SCANDALO DEI VITALIZI: IL GRANDE RITORNO (CON GLI INTERESSI) DI “SUA SANTITÀ” — E TUTTO IL FIRMAMENTO DELLA POLITICA GLI FA L’INCHINO
Inchieste, indignazione e memoria corta della Repubblica
Riassunto per i lettori di fretta: Francesco De Lorenzo, ex ministro della Sanità e volto simbolo della Tangentopoli anni ‘90, condannato per corruzione e tangenti, torna oggi a incassare il vitalizio parlamentare che gli era stato tolto nel 2015. A 87 anni, grazie alla riabilitazione ottenuta e a una delibera voluta nel 2015 da Laura Boldrini, lo Stato lo premia con tanto di arretrati. A votare sì anche i 5 Stelle, una volta fieri nemici dei vitalizi ai condannati. Una vergogna bipartisan che grida vendetta.
"SUA SANTITÁ"
Ve lo ricordate Francesco De Lorenzo? L’ex ministro della Sanità, soprannominato “Sua Santità” per l’arroganza del potere, simbolo di un sistema marcio, arrestato nel 1994 e condannato per associazione a delinquere, tangenti e finanziamento illecito ai partiti?
Bene, oggi — a 87 anni — torna alla ribalta. Non per una lezione di morale, ma per incassare il vitalizio che gli era stato tolto nel 2015. Con tanto di interessi.
Sì, avete capito bene: lo Stato italiano ha deciso che De Lorenzo ha pagato abbastanza. Che è “riabilitato”. Che può tornare a godersi i soldi pubblici.
Parliamo dello stesso De Lorenzo che, da ministro, intascava bustarelle milionarie (circa 9 miliardi di vecchie lire) dagli industriali del farmaco. Che è stato condannato a 5 anni di carcere e a un risarcimento di 5 milioni di euro.
L’arresto e il dossier
Era il 12 marzo 1994 quando i Carabinieri bussarono alla porta della sua villa a Posillipo. Lo prelevarono, lo portarono in caserma per il rito delle impronte digitali, poi dritto nel carcere napoletano di Poggioreale.
Per i magistrati di Mani Pulite non c’erano dubbi: l’ex ministro della Sanità era “socialmente pericoloso” e doveva essere trattenuto in custodia cautelare.
Al momento dell’arresto, non era più protetto dall’immunità parlamentare. Contro di lui pesavano 67 capi d’imputazione, elencati in un’ordinanza di 16 pagine. Un fascicolo costruito su 800 pagine di inchiesta, presentato un anno prima alla Camera per chiedere l’autorizzazione all’arresto — respinta per soli due voti.
Le accuse? Roba da manuale della corruzione: associazione per delinquere, corruzione, finanziamento illecito ai partiti, false fatturazioni. Un sistema di tangenti collaudato, in parte restituito.
E oggi? Oggi il Parlamento lo premia.
Sì, avete letto bene. Oggi, incredibilmente, tutto questo si chiude con una “riabilitazione” che spalanca di nuovo le porte del vitalizio.
Una parabola grottesca: dall’arresto per corruzione al ritorno con onori e assegno.
Perché? Perché una delibera firmata da Laura Boldrini nel 2015, pensata per fare giustizia, lasciava una porta aperta: i vitalizi ai condannati potevano essere ripristinati in caso di riabilitazione formale. E quella porta oggi è stata spalancata.
E indovinate da chi?
Da tutti. Anche da quelli che giuravano guerra ai privilegi. Quelli che nel 2015 gridavano “mai più vitalizi ai corrotti”.
Oggi, invece, hanno votato a favore del ripristino del vitalizio di De Lorenzo anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle membri dell'Ufficio di Presidenza: Traversi, Sportiello, Scerra e persino l’ex ministro all’Ambiente Sergio Costa. Con loro, ovviamente, anche i rappresentanti di FdI, Lega, PD, AVS, IV, Forza Italia, +Europa.
E pensare che nel 2015 il M5S chiedeva alla stessa Boldrini di rivedere il regolamento, considerato troppo "morbido" proprio sul tema dei vitalizi.
Una delibera ai tempi giudicata “indecente” e “una farsa, che salva la stragrande maggioranza dei politici condannati, tutti i loro amici di tangentopoli, e colpisce solo una piccola cerchia. Ancora una volta la casta si è autoassolta e continuerà a godere di vitalizi pagati dai cittadini italiani”. Ma erano altri tempi …
Una vergogna bipartisan
Una vergogna bipartisan, servita su un piatto d’argento a chi ha fatto della politica un bancomat personale. Un insulto alla memoria di chi ha creduto nella giustizia. E l’ennesimo schiaffo in faccia a chi paga le tasse.
Cos’altro deve succedere prima che qualcuno dica basta?
Delusione ! Loro dicono un errore …
Made in Italy?